Nina Madaffari: coaching e formazione

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Incontriamo Nina in ufficio, dove ci si rifugia da un freddo (freddissimo!) pomeriggio di gennaio. Di lei conosciamo già la professione – è una coach-formatrice – ma non come è arrivata a sceglierla.

Ci racconta quindi il suo percorso professionale, partendo dall’esperienza come assistente di direzione e traduttrice appena arrivata a Milano dopo la laurea conseguita in Canada, dove è nata, passando per gli anni in cui ha lavorato nell’ambito delle risorse umane in una grande azienda internazionale, fino all’esperienza come Manager di Comunicazione Interna. Da 4 anni è una libera professionista che ha deciso di investire sulle sue competenze e, dopo aver conseguito corsi master in coaching, formazione manageriale e studi di programmazione neuro-linguistica, si dedica all’affiancamento di executives, imprenditori e professionisti, aiutandoli a raggiungere i loro obiettivi di business. Naturalmente le sue origini canadesi donano un respiro internazionale all’offerta che propone, potendo svolgere la sua attività sia in lingua italiana che in inglese.

“L’attività di coaching” – spiega – “è un’attività che sfrutta la maieutica, l’arte di far emergere, attraverso tecniche specifiche, risposte e talenti che sono già presenti nella persona che si affida ad un coach”. La differenza sostanziale dall’attività di formazione è proprio questa: da un lato la formazione è insegnamento, serve quindi per acquisire delle conoscenze, dall’altro il coaching è invece un percorso di apprendimento non pre-confezionato. L’obiettivo, infatti, non è insegnare una materia o un metodo collaudato, ma aiutare la persona a trovare le proprie strategie, a scegliere da sola la strada da percorrere per arrivare ad un obiettivo. Il coaching, come la formazione, aiutano a sviluppare le soft skills, ovvero quelle competenze trasversali che costituiscono una percentuale sempre più alta delle competenze tecniche (hard skills) per avere successo in un mercato del lavoro condizionato dall’automatizzazione, l’uso dei robot e l’intelligenza artificiale.

In un percorso di coaching si impara interrogando sé stessi e mettendosi in discussione. Una volta imparato un metodo assolutamente ‘su misura’, questo diventa trasferibile ad altre situazioni. Il primo passo è certamente, ogni volta, definire un obiettivo coerente con i propri valori, avendo ben chiara la distinzione fra desiderio (poco definito) e obiettivo (più specifico). Se per esempio il desiderio è “voglio dimagrire”, l’obiettivo sarà invece “voglio arrivare a pesare 60 kg entro il 31 dicembre”. Muovendo da un obiettivo quanto più possibile delineato e chiaro sarà più facile impostare le successive tappe del percorso.

L’attività di Nina prevede una fase di formazione focalizzata allo sviluppo delle competenze (ad esempio quella del public speaking o del time management) attraverso corsi d’aula interattivi, ma si dispiega anche in una serie di tecniche esperienziali che permettono di sperimentare tangibilmente quello che spiega tangibilmente durante le lezioni. Proprio in virtù di questo approccio “esperienziale”, il coaching viene spesso affiancato alle attività formative di team building, perchè aiuta a sviluppare le potenzialità dei singoli ma anche del gruppo che, per costruire davvero un legame, parte dalle risorse individuali per sviluppare strategie comuni di lavoro e operatività.

Proprio su quest’ultima attività ci sono delle importanti novità in P.R.C: stiamo lavorando, infatti, per attivare delle proposte e dei progetti per le aziende, come le attività di team building, che si leghino all’Arte, nostro ambito di competenza. Ecco perchè manteniamo sempre attivo il dialogo con professionisti come Nina, per assicurare il livello più alto possibile di qualità alle offerte che presentiamo.

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