L’impresa Sostenibile: Ricola e le piante pensanti

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Uno degli interventi più interessanti dell’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile è di Luca Morari, vice presidente Southern Europe Ricola e CEO di Divita, azienda commerciale che nasce per distribuire la gamma dei prodotti Ricola a livello nazionale sull’intero territorio italiano.

Ricola ha partecipato a tutti gli Osservatori ed è partner di LifeGate da 12 anni, come ricorda lo stesso Morari definendo la collaborazione col gruppo una “bella osmosi”. Il marchio Ricola nasce nel 1930 dalla pasticceria Richterich, grazie a uno spiccato spirito innovativo e a una particolare sensibilità nei confronti della qualità. l’azienda familiare esporta le proprie specialità a base di erbe in più di 50 paesi nel mondo. Ricola è considerata pioniera nella coltivazione delle erbe con metodi naturali.

Il legame con l’Arte e la Cultura

Inoltre, fin dai suoi esordi sono nati forti legami con la cultura e l’architettura: lo testimoniano le due Fondazioni Ricola e la collezione di opere d’arte interna all’azienda. La Ricola Holding AG infatti colleziona dagli anni ’70 arte contemporanea svizzera raccolta in una collezione esposta negli edifici della sede del Gruppo Ricola. Nel corso degli anni si è formata una collezione di notevole spessore qualitativo, in cui sono rappresentati molti artisti affermati con le loro opere giovanili. L’attività collezionistica della famiglia, iniziata dal fondatore Emil Richterich-Beck, è un aspetto molto vitale della cultura aziendale che continua così a sostenere l’attività artistica con particolare attenzione a quella contemporanea in Svizzera.

Inoltre, in occasione di corsi interni di formazione, il personale viene coinvolto e introdotto al linguaggio dell’arte, presentato nei suoi contesti storici, sociali ed artistici. Una biblioteca è per altro aperta a tutti coloro che vogliano consultare le più recenti ed importanti pubblicazioni relative agli artisti presenti nella collezione del Gruppo Ricola. Vengono anche proposte visite guidate aperte al pubblico per dare l’occasione a tutti di visitare l’azienda e di conoscere le opere della collezione.

Le Piante Pensanti

L’intervento di Luca Morari – titolato “Le piante pensanti” – si incentra, cogliendo una prospettiva davvero originale, sulla percezione che abbiamo del popoloso mondo di esseri viventi sulla Terra. Inizia con qualche impressionante dato: la specie umana conta circa 7 miliardi e mezzo di individui che, per nutrirsi, alleva 24 miliardi di animali, fra cui 18 milioni di questi sono solo polli. Ma non solo: l’allevamento di mammiferi si stima fra i 100 e i 1000 milioni di bovini e 10 mila miliardi di insetti. Ciononostante, questi numeri impressionanti non rappresentano che il 5% del totale della biomassa. Il restante 95% è occupato dal “verde”, dalle piante.

Ma ciò che è ancora più impressionante – e Luca Morari fa un esempio calzante a questo proposito – è che non ce ne rendiamo conto. E’ il cosiddetto fenomeno del plant blindness, secondo il quale, “se mostro una fotografia di una savana enorme con al centro una piccola rana, chiedendo ad un ipotetico pubblico che cosa vede, risponderà certamente ‘una rana’ senza prendere in considerazione tutto il restante paesaggio naturale”. Questo fenomeno è dovuto in parte alla “scelta evolutiva” differente delle piante che hanno “scelto” di non muoversi e quindi di non diventare pericolose per l’uomo.

“Sono rimaste radicate al terreno e che devono risolvere i problemi che gli si presentano – non possono fuggire – per questo le piante non hanno un cervello centrale che trasmette degli impulsi a tutto il resto del corpo, ma ciò non significa non abbiano un’intelligenza” spiega “le piante sono organismi intelligenti e hanno la sensibilità su tutto il corpo, hanno capacità incredibili di acquisire informazioni, di condividerle, di elaborarle e fare delle scelte. Sono in grado ad esempio di percepire i campi elettrici e quelli elettromagnetici; hanno anche una sorta di vista e un udito, interpretano infatti le variazioni della luce (come nel caso delle rampicanti che trovano sempre la superficie cui adattarsi), e captano la frequenza dell’acqua che scorre (circa 200Hz) che permette loro di espandere le radici nella direzione giusta”.

A questo proposito cita un esempio di ricerca che ha condotto Ricola in collaborazione con Stefano Mancuso, scienziato neurobiologico vegetale e Vittorio Cosma, musicista e compositore, di cui potete vedere i risultati in questo video.

Luca Morari conclude il suo speech sottolineando di nuovo l’importanza della conservazione della biodiversità vegetale “tutti noi dipendiamo dalle piante che esistevano prima dell’arrivo dell’uomo ed esisteranno dopo”. La vera rivoluzione, quindi, è pensare verde, cercare di consumare in maniera sostenibile, pensando al bene non solo al nostro sostentamento ma anche a quello del nostro pianeta.

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